Maria Fornaro nasce a Fragagnano (TA) nel Dicembre del 1964. Sposata dal 1994, ha due figli.
Laureata in Materie Letterarie all’Università di Bari, dopo un breve periodo di insegnamento e varie altre esperienze lavorative nel campo museale, si è dedicata interamente alla propria famiglia. Le piace leggere, ascoltare, discutere e mettersi in gioco. Scrive per diletto e per emozioni e pensa come Daniel Glattauer che “scrivere è come baciare, solo senza labbra, ma con la mente”.
Ti ho amato
fin dal primo istante.
Amo il tuo
modo di camminare.
Il tuo modo di ridere
che apre il mio cuore.
Amo i tuoi silenzi
che mi fanno sentire
sperduta.
Il tuo modo di mettermi
i capelli dietro l’orecchio.
Amo il profumo
della tua pelle
che mi riempie i polmoni.
Il tuo modo di guardarmi
che mi fa sentire nuda
anche con il cappotto.
Amo il tuo
modo di baciarmi
meravigliosamente inebriante.
Il tuo modo di unire
il tuo corpo al mio
fantasticamente superlativo.
Amo il tuo modo di cercarmi
quando percepisci un mio
“dubbio”.
Il tuo desiderio di me
e il mio di te
uguale, intenso
e grandissimo.
Amo pensare
all’intensità del tuo volto
alla dolcezza delle tue labbra
al calore delle tue mani
alla profondità della tua voce.
Alla voragine che si apre nel mio cuore
e nella mia anima
quando mi dici “Ti amo”.
Amo pensarti.
Amo amarti.
Fermati,
dammi il tuo tempo,
ascolta i miei silenzi
e sentirai
il suono del mio amore.
Fermati,
abbracciami
e sentirai
i fremiti del mio corpo.
Fermati,
guardami
e solo allora deciderai.
Fermati,
prendimi per mano,
non farmi andare via….
Fermati e ascolta il tuo cuore.
Aspetterò le tue parole,
i tuoi pensieri,
ti lascerò entrare nei miei sogni,
restaci,
nasconditi nella mia mente,
ma fa’ in modo che io
ti trovi presto.
Quanta strada nella vita,
quanti vicoletti, stradine,
mulattiere,
salite, discese,
curve, cunette.
Quante sbucciature al cuore,
all’anima.
Ma impari…
Impari a sorridere
quando non ne hai voglia.
Impari a piangere
anche se l’orgoglio ti dice di no.
Impari a rialzarti
quando le tue gambe
sono stanche.
Impari a riconoscere i colori
quando il tuo mondo
viene scolorito.
Impari a cantare
anche se sei
stonata come una campana.
Impari a correre
anche quando hai
il fiatone.
Impari ad ascoltare
i battiti del cuore,
nonostante batti senza far rumore.
Impari a respirare
anche se un pugno allo stomaco
ti ha tolto il respiro.
E sì, impari.
Quando vedo il tuo volto stanco
incorniciato dalla chioma bianca,
quando ti lamenti per le tue gambe doloranti
tu, proprio tu
che ai miei occhi eri l’uomo capace
di sollevare il mondo.
Vorrei abbracciarti,
baciarti,
alleviare le tue pene,
le tue sofferenze,
come tu facevi con me
quando ero piccola.
Ma non ci riesco.
Solo un brivido mi sale su per le spalle,
passando dal cuore,
il pensiero, un giorno,
di poterti perdere… mi annebbia la vista.